Filosofi Solidali

Fedi e Ragione

Fedi viste come Speranza, Credenza, Scelta e il loro vincolo con la Ragione

La fede è per ciascuno unica, ogni individuo considera la propria tale, ma quella di uno non coinciderà necessariamente con quella dell’altro.
Definisco la mia propria fede come massimo valore da perseguire, nel quale ripongo le mie speranze, i miei progetti. Essa è il mio valore massimo, ciò comunque non toglie che io abbia altri valori, a patto che essi seguano un filo conduttore e siano coerenti con quello principale.
Mettiamo che io faccia la scelta di avere fede nella Buona Volontà dell’essere umano: l’affidarsi a questa speranza è sicuramente un’esigenza, altrimenti non sarebbe nemmeno sorto il problema di fare una scelta, ma quest’esigenza da dove viene? L’esigenza di avere fede in qualcosa, di fare propri certi valori, potrebbe provenire dalla ragione? L’insieme dei valori che ci diamo, cioè la morale, viene dalla ragione?
Prendo come esempio un altro soggetto, il Galileo di Brecht. Se dovessi dire anche di lui qual è la sua fede, citerei “Io ho fede nella Ragione!”: lui ha scelto di seguire come valore massimo la Ragione stessa, in tutta l’opera sente quest’esigenza e non può farne a meno (“come un amante, come un ubriaco, come un traditore”), andando anche incontro a grandi rischi: ma rischiare, lanciarsi senza considerare pro e contro, per difendere fino all’ultimo la propria fede e scelta, non è forse irrazionale?
Tiro in ballo qualcun altro: Guglielmo da Ockham, che per l’occasione voglio rendere un po’ più umano e attuale, piuttosto che lo storico filosofo che mi è stato presentato. Lui crede all’Evidenza, all’esperienza, senza allargarmi troppo, la sente come esigenza perché l’uomo può partire solo da essa per soddisfare il bisogno di conoscere qualcosa con il mezzo della ragione. E fino a qui tutto sarebbe coerente. Poi però fa anche la scelta di porre fede in Dio, credere in Lui, cioè senza poter verificare con certezza, attraverso l’evidenza, se esso esista o no.
Credere e basta, visto che non posso vedere e sapere: non è forse contraddittorio con la sua fede nella verificabilità?
Lascio ancora da parte le domande precedenti per arrivare all’ultimo soggetto da “importunare”: una giovane donna che sceglie di passare la sua vita avendo fiducia in Dio, una figura che è stata presente nella sua vita a volte quasi visibilmente, a volte senza che nemmeno lo percepisse.
Ha scelto di crederci a differenza di altri che “non fingono ipotesi”, come i soggetti di prima ha fatto la scelta di seguire una strada, perché avrà sentito come esigenza il credere in un Dio.
Sono passata dalla Fede nel Prossimo, a quella nella Ragione, a quella nell’Evidenza delle cose reali e materiali e sono giunta ora alla Fede Religiosa.
La prendo da parte. La giovane donna ha scelto di credere, di basare la sua vita su qualcosa di probabile o improbabile (dipende dai punti di vista, dal soggetto), di rischiare (per Pascal è un vero e proprio Scommettere): ma con quale criterio l’ha fatto? Ecco che scegliere di aver fede in qualcosa mostra di contenere già in sé una sfumatura di irrazionalità (Galileo, che persegue ad ogni costo, tranne la morte, la via della Ragione, cade nell’irrazionale, andando incontro a gravi ostacoli).
La Fede intesa come Speranza non ha un riscontro immediatamente provabile con la Ragione, si può solo sperare che averla avuta abbia avuto n senso ed il riscontro razionale si avrà, positivo o negativo che sia, alla fine della propria vita se si parla di Fede nella Buona Volontà dell’uomo, piuttosto che nel risvegliarsi o no dopo la morte in una vita ultraterrena se si parla di Fede in un Dio.
Quest’ultima richiede molta speranza, perché l’esistenza di un Dio sembra in gran parte irrazionale, fuori dalla ragione, può anche darsi solo perché essa non potrebbe capirlo e comprenderlo.
In conclusione è intrinseco nella parola Fede che quel famoso “slancio del cuore” debba avvenire. Forse a differenza di molti credenti in un Dio che sono tali perché lo sono sempre stati e gli è sempre stato raccontato così, la giovane donna per mezzo di quello slancio non ha fatto tacere e così spento la sua propria Ragione, ha solo trovato il modo di conciliare i due: è possibile farlo?
Io so che quando penso alla Fede in Dio, mi viene inevitabilmente in mente l’idea di un offuscamento di Ragione, però non mi voglio dare per vinta, né tentare ad ogni costo di trovare un tornaconto, voglio provare solo a cercare una via che concili questi apparenti fronti, senza portare la ricerca ad un’estrema disperazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *