Filosofi Solidali

“L’Europa e gli altri”: incontro o scontro?

L’impedimento da parte degli ottomani di andare verso i paesi d’oriente per commerciare, portò gli europei a trovare una nuova soluzione, una nuova “via della seta” per raggiungere le Indie. Perciò si incominciò a guardare di più verso ovest, al di là delle colonne d’Ercole piuttosto che verso est.
Crisoforo Colombo portava avanti la sua tesi che la terra ha forma sferica per cui era convinto di poter raggiungere la Indie navigando verso Ovest: “buscare l’oriente per l’occidente”. Si era rivolto al re del portogallo , Giovanni II, ma, dopo una prima speranza, non era stato ascoltato. Il portogallo in quel momento era impegnato ad effetuare spedizioni lungo le coste africane, nel tentativo di aprirsi una strada via mare verso Est.

Le Indie erano state già definite da Marco Polo, che vi era arrivato via terra, come “ricchissimi mercati” . Di lì infatti giungevano in Europa spezie e sete. Colombo, allora, aveva sottoposto il progetto alla regina di Castiglia. Così dall’idea di Colombo anche la Spagna incominciò ad effetuare la prime spedizioni, però, a differenza del Portogallo, voleva arrivare fino in Cina e in Giappone, via mare. Comunque la Spagna non puntava ad esplorare nuove terre per fini scientifici e culturali, ma essa, spinta dalle corti europee, voleva ricchezze, oro, perle. Colombo, dopo la prima fortunata spedizione del 1492, in cui arrivo nelle Bahama, fece altre tre spedizioni e si rese conto delle ricchezze che si potevano ottenere da queste terre. Per questo le spedizioni successive si intensificarono, sempre nella convinzione di essere nelle Indie, fino al chiarimento portato da Amerigo Vespucci che parlò di un continente nuovo.

Iniziarono gli squilibri tra vecchio e nuovo continente, perchè gli europei si posero in condizione di superiorità rispetto alla civiltà indigena. Si parla infatti di conquista e non di scoperta dell’America. Nel 1519 sbarcò in Messico Fernando Cortez, un avventuriero il cui scopo era quello di aricchirsi come i suoi compagni, nobili mercanti decaduti in cerca di fortuna, i quali non badavano ai mezzi per raggiungerla. La Spagna cattolica per iniziare la sua conquista ottenne l’appogio del Papa grazie al fatto che avrebbe così portato il cristianesimo tra le popolazioni indigene. A questo scopo era giustificata anche la forza, la violenza e il sangue di innocenti versato. Grande è stata la responsabilità della chiesa e di chi ha operato in prima persona. Dalla “relazione al consiglio delle Indie”di Tommaso Ortiz, vediamo purtroppo come furono da lui considerati gli indigeni d’America: cannibali, sodomiti, incapaci di provare sentimenti, nè pudore, più simili a bestie che a persone. Non tutti avevano la stessa opinione, infatti Bartolomeo De Las Casas, un frate che appogiava la causa degli Indios, accusa i conquistadores di distruzione della cultura e della civiltà indigena; li accusa di non averli rispettati come persone, ma di averli usati come strumenti da lavoro, schiavi, servi da divirsi tra loro. Forse anche perchè avevano paura degli indigeni, del diverso, i conquistadores distrussero tutto: statue, monumenti e in un secolo la popolazione indigena diminuì da 25 milioni ad appena 2 milioni. Gli indigeni, attraverso l’ ”encomienda”, cioè l’affidamento di un territorio e dei suoi abitanti ad uno dei suoi conquistadores, venivano fatti lavorare a prestazioni illimitate, poichè nessuna legge li tutelava. E quando gli indigeni furono sterminati si incominciò con la “tratta dei neri”, fatti venire appositamente dall’Africa.

Perciò fu uno scontro tra le due civiltà europea e indigena e prevalse nettamente la civilta europea grazie alla forza delle armi, disprezzo dell’uomo ed alla violenza. Tutto questo senza assimilare i costumi degli indigeni, come descrive D. Diderot nel “Supplemento al viaggio di Bougainville” che loro non avevano nè comodità nè vizi, che invece gli spagnoli avevano, e vivevano nello stretto necessario; e si domanda se è un “reato” se un uomo non vive nel lusso o nella superficialità e, infine, denuncia come i conquistadores abbiano devastato la loro civiltà, senza ascoltarli. Allora quale deve essere il rapporto con l’altro? Questo è un problema che viviamo anche nei giorni nostri con l’immigrazione, in modo diverso, ma molto simile alla conquista dell’America.

Come scrive T. Todorov ne “La conquista dell’America”, esistono “tre assi, intorno ai quali ruota la problematica dell’alterita”: prima dò un giudizio di valore, in seguito mi confronto , infine o la conosco o la ignoro. E i conquistadores la ignorarono completamente.

Un Commento

  1. non era necessaria la lunga introduzione storica ma giò che c’è fa sicuramente piacere (se non altro prepara l’argomentazione successiva).
    mi colpisce un passaggio:
    La Spagna cattolica per iniziare la sua conquista ottenne l’appoggio del Papa grazie al fatto che avrebbe così portato il cristianesimo tra le popolazioni indigene. A questo scopo era giustificata anche la forza, la violenza e il sangue di innocenti versato.
    Perche l’appoggio del Papa dovrebbe permettere la violenza? Indirettamente lo hai detto tu dopo, riassumendo la relazione di Ortiz. Andrebbe fatta una sintesi mostrando come le due cose sono collegate.
    Ultimo paragrafo: Todorov è un po buttato li!

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