“Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me” di Francesca Sutera
La libertà è un postulato della ragion pratica di Kant, non è dimostrabile in quanto postulato e poichè nella critica alla ragion pura fa parte delle antinomie (enunciati ai quali non posso attribuire un valore di verità).
Dal punto di vista “pratico” la libertà è una condizione sostanziale (ratio essendi) della moralità, e quest’ultima è la condizione conoscitiva (ratio conoscendi) della prima.
Con la libertà io determino la mia volontà di seguire o meno la legge morale (imperativo categorico universale e a priori di Kant).
La libertà non è un fenomeno, ma un’idea non dimostrabile, ma necessaria:non posso dimostrare di essere libero, però non posso vivere senza questa idea. Questo postulato è conseguenza della legge morale, che è posta prima dalla ragione. La libertà è quindi la mia condizione nel mondo finito e condizionato di applicare la legge morale, che si trova già dentro di me. “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me” è la massima di Kant, con la quale ci vuol dire che: io non potrò mai conoscere il mondo fenomenico che mi sovrasta, ma la legge morale dentro di me, mi rende superiore a questo poichè sono libero di determinare la mia volontà nell’agire nel mondo fenomenico.